Vi sparo una nuova Fiction va che tanto è NATALE...
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Tanto tempo fa, nell'età del mito, l'uomo rubò le tecniche del combattimento al Dio della Guerra laddove esse erano custodite. Sul tetto del mondo sulle più impervie cime dell' Himalya il capostipite dei guerrieri apprese tali tecniche. L'uomo fu maledetto per questo e il Dio della Guerra chiamato con diversi nomi in diverse culture rimase ad osservare. La bramosia dell'uomo gli consentì di mettergli in mano il frutto della discordia: IL POTERE.
Iniziò quindi la grande era delle GUERRE e molti uomini perirono e diversificarono le tecniche del combattimento. Il DIO della Guerra si inorgoglì del genio autodistruttivo insito nell'uomo e lasciò quindi questo immenso potere in mano di pochi. Quando non fu contento egli concesse il dono della polvere da sparo che a Nanchino sovvertì l'ordine dell'impero celeste.
Le guerre nei secoli furono tante, talmente tante da far dimenticare al Dio della Guerra il perché. Arrivò l'epoca nucleare e l'uomo distrusse quasi totalmente il suo pianeta cambiandolo d'aspetto per sempre. Fra le mille arti assassine nate e proliferate sotto l'effige del Dio più sanguinario ve ne sono alcune nate con lo scopo di restituire il SACRO COLPO al cielo:
Queste arti sono note come le Sacre Scuole dei Draghi Celesti.
Capitolo 1. - NON E' GENTO.Una decina di uomini vestiti di bianco con delle semplici corazze formate da spalliere di latta, schinieri alle gambe e ginocchiere attraversano il deserto alla ricerca di qualche indizio. Armati ciascuno con una lunga picca e appariscenti pugnali nelle cinture adornate, avanzano mentre un vento leggero solleva i pungenti granelli di sabbia.
In testa il più alto, calvo con dei sottili baffetti neri e dei piccoli occhi castani detta il ritmo e il passo di questo sparuto gruppetto di soldati .
Le gambe dell'uomo si fermano d'improvviso dopo che i suoi occhi piccoli ma vispi notano uno scheletro semicoperto dalla sabbia. Con stupore e ritardo gli altri al seguito si fermano e poi fissano lo scheletro a terra. Lo scintillio del teschio, pulito e senza altre tracce di tessuto umano, cattura l'attenzione di tutti senza che nessuno di loro manifesti palesemente l'orrore per quella tremenda visione.
<< Diamine! Un altro scheletro pulito...>> Denota l'uomo in testa andando a toccare l'oggetto del suo sbigottimento con la punta della lancia. Il suo intento è quello di notare qualche grave danno, graffio o rottura che sia allo scheletro umano, oltre all'intento di farne emergere dalla sabbia il maggior numero di ossa possibile.
<< Come aveva detto Azuma! Sono scheletri bianchi e puliti. Assurdo! >> Osserva l'uomo più piccolo del gruppo. Vestito allo stesso modo degli altri ma più corpulento e con un bizzarro elmetto sulla testa ad incorniciarne il volto gioviale e i capelli crespi e rossicci, del tutto insoliti per quelle latitudini.
Il gruppo decide quindi di andare avanti in silenzio senza ulteriori consultazioni e senza considerare il vento che aumenta inesorabilmente fino ad innalzare un quantitativo di granelli di sabbia tali da ridurre la visuale. Il più piccolo sul metro e sessantacinque cerca di tenere le falcate dello spilungone in testa al piccolo corteo.
<< Ma cosa può ridurre un uomo così? Voglio dire... E' morto di recente ma il suo cadavere è uno scheletro pulito. Neanche le parti molli...>>.Il lungagnone dagli occhietti piccoli e vispi fece spallucce per poi aggiungere abbastanza seccato
<< Dovresti dircelo tu! Sei tu il medico del gruppo, l'esperto. Azuma mi ha detto di portarti per questo!>>Pur avendo voglia di rispondere il piccolo uomo prosegue affannando e cercando di tenere il ritmo degli altri 9 compagni di spedizione. Ormai allontanatisi dalla città oltre mezza giornata di cammino, in un luogo dove fra la sabbia e la terra arida trovano spazio delle grandi rocce si fermano. Altri 3 scheletri bianchi, puliti e completi a catturare la loro attenzione.
Decisi di fermarsi lì i 10 iniziano a dar fondo al proprio rancio mentre il medico spinto più dalla sete di conoscenza che dall'orrore continua a chiedere dettagli mentre si sente addosso il peso di un referto che non sa come redigere.
Rivolgendosi principalmente al capo-squadra prova a ipotizzare:
<< Tank cosa può fare il nostro Generale? Voglio dire, io non so come funzionino le tecniche assassine...>> << Tu devi solo capire se queste morti sono spiegabili come vittime di animali o combattimenti convenzionali. Non serve altro!>> Sentenzia l'uomo con i baffetti neri ormai stufo del viaggio e abbastanza provato per quanto visto.
<< Comunque hai visto abbastanza. Per me possiamo ritornare indietro e fare rapporto. Qualsiasi cosa sia: Non ci accamperemo ad aspettare che uccida anche noi. >>I dieci uomini ora di fretta per le ultime parole pronunciate dal loro capo-squadra raccolgono alcune ossa in degli zainetti come prova da portare al loro comandante e generale. Nel farlo tracannano tutti la propria acqua dalle borracce stando molto attenti ai granelli di sabbia alzati dal vento sempre più insistente. Tali granelli pungono i loro volti e le loro braccia si sollevano al fine di ricoprirsi ciascuno con la propria mantellina. L'altra mano davanti alla bocca a ridurre la superficie di volto offerto alla tempesta.
I dieci sulla via del ritorno dalla fitta nube di sabbia vedono palesarsi una figura ambigua. Un uomo con un cappello a cono di paglia gli è davanti. Una fettuccia di seta a fissare il cappello al lungo ovale del viso in penombra. Coperto da un drappo blu malconcio e tagliuzzato ai lembi ma con temi dorati. La figura dell'uomo presenta un alone bluastro increspato che ricorda ai soldati, compreso il medico della spedizione, i fuochi fatui dei cimiteri delle leggende.
In un secondo momento il gruppo di soldati impugna le picche come se si sentissero minacciati dall'uomo o per meglio dire dalla figura che gli si è palesata davanti.
<< Mi stavate cercando? >>Un vento fortissimo si alza in direzione del gruppetto. In un attimo il medico osserva le carni dei propri compagni divelte, il sangue, le urla di dolore. I suoi occhi osservano nell'orrore più assoluto la scarnificazione dei compagni di viaggio mentre trova protezione alle spalle del capo-squadra.
Arghhhhhhhhh! Le poche urla che riesce a sentire il piccolo uomo con l'elmetto che non crede ai suoi occhi.
Intuisce che Tank ha ruotato la sua picca in modo formidabile e utilizzando una qualche tecnica speciale l'ha trasformata in uno scudo che li ha protetti da quel vento silente e assassino. Tuttavia il capo-squadra presenta notevoli abrasioni e grossi tagli sulle braccia e le gambe dai quali sgorga il sangue più scarlatto che il medico abbia mai visto. Neanche il tempo di pensarci e dietro sente i lamenti dei due soldati più attardati.
<< Oh mio Dio! La mia faccia! Non mi sento la faccia!>> Uno dei due con mezzo volto scarnificato prova a toccarsi laddove l'occhio e le parti molli hanno lasciato spazio al sangue e il vuoto dell'orbita oculare. L'altro soldato è per metà scheletro a differenza di tutti gli altri più avanti le quali ossa giacciono già mescolate fra le sabbie del deserto che calpestavano un attimo prima.
Tank estremamente dolorante non ha il coraggio né il tempo di voltarsi ma con la coda dell'occhio scorge la figura del medico ancora integro mentre la losca figura dell'uomo con in testa il cappello jingasa avanza minacciosa verso di loro.
<< Doc! Fai una cosa per me. Al mio via corri verso il villaggio e avvisa Azuma: NON E' GENTO!>>Il piccolo uomo ora terrorizzato prova a rispondere ma in maniera confusa
<< Mio Dio! Cosa succede Tank? Cosa diavolo....>>Il soldato con risolutezza lo apostrofa e prendendolo per un braccio
<< Corri dottorino! Adessooooooo! Corriiiiiiii! >>Il piccolo uomo dai capelli crespi e rossicci in preda al panico corre oltre l'uomo col cappello mentre il capo-squadra gli si scaglia contro con la sua picca.
Il dottore corre ancora, più veloce di quanto non abbia mai fatto in vita sua ma la sabbia lo rallenta e nonostante il vento riesce a sentire alle sue spalle le ultime urla di dolore di Tank.
Senza voltarsi corre e spera che quel losco figuro non lo insegua.
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Arrivato al Villaggio del Fiore Bianco la sera stessa, stremato e confuso, il medico Isoshi spiega l'accaduto ai suoi commilitoni e riesce a spiegarne i dettagli anche al suo superiore Azuma. Un uomo sul metro e novanta dai tratti forti e il mento sporgente quasi diviso in due, con un naso aquilino e una fronte sempre aggrottata. Sopracciglia irte e folte, come la barba e gli stessi capelli comunque tenuti corti. Un uomo apparentemente sgraziato ma dai modi gentili. Tuttavia dall'aspetto inquietante specie per la cicatrice che ne sostituisce l'orecchio sinistro.
Ora Isoshi nella locanda più bazzicata dagli uomini dell'esercito del FIORE BIANCO, di fronte ad un pasto caldo conferisce con i suoi superiori e proprio Azuma dopo aver chiacchierato cordialmente con il padrone della locanda si dirige verso di lui. Nonostante il suo aspetto indossa una specie di uniforme pulita. con pantaloni bianchi adornati da piccole scritte e fini cuciture. Una cintura ben più amplia e pesante di quelle dei suoi soldati. Delle spalliere e una corazza ben più spesse di quelle portate addosso dallo stesso medico.
Il comandante ora si siete davanti a Isoshi ancora in preda al terrore e il tremolio nonostante sia intento a rifocillarsi al fianco di due commilitoni, anch'essi medici, attirati dai suoi racconti.
Azuma fa per sedersi al suo tavolo sulla panca di fronte alla sua e con un gesto chiede ai due commilitoni di lasciarlo da solo con il ricognitore appena scampato alla morte.
<< Ho fatto informare il GENERALE Kentaro in persona. Però se possibile vorrei una descrizione più dettagliata. Stando al tuo racconto abbiamo perso 9 uomini in un colpo solo. Non esistono più uomini del genere! >>Isoshi prova a spiegare nuovamente l'accaduto soffermandosi su un particolare...
<<... Per un attimo mi ha fissato con quei suoi occhi rosso fuoco! Ci colpiva con le punte delle dita, dei nukité e forse il taglio delle mani... Non lo so, forse era un incantesimo... Di una cosa sono certo: è stato un uomo a ucciderli tutti! Un uomo soltanto!>>Azuma incalzante e sinceramente dispiaciuto.
<< Tank però ti ha detto che non è Gento. Gli uomini che ti hanno accompagnato erano tutti dei praticanti Kazan e oltre al Gento non conosco tecniche assassine in grado di fare ciò. >>Poi si alza dal tavolo mentre il dottore è in preda ad un attacco isterico che scuote lo stesso Azuma
<< NOOOOOOOOOOO! Dobbiamo fuggire... FUGGIRE TUTTI! Ci ucciderà tutti! Scappiamooooooooooo...>>.
Il comandante fa cenno ai due medici di prima di sedare il povero Isoshi in preda alla crisi mentre altri commilitoni accorrono per tenerlo fermo mentre scalcia e urla sbavando per i troppi psico-farmaci assunti a forza.
Azuma nel poco tempo rimasto intuisce di dover rafforzare la difesa al palazzo del generale Kentaro. Dà quindi ordine di lasciare sguarnito il villaggio col malcontento dei pochi mercanti che comprendono le strategie militari. La fanteria sulla quale Azuma può disporre è ridotta. Le armi pure. I pochi uomini di talento sono andati perduti nelle ricognizioni nel deserto utili agli approvvigionamenti estivi per via di questo fantomatico “Killer dei teschi”. Altri uomini di stanza al vicino Villaggio dei Pescatori erano stati eliminati nelle settimane precedenti. Un uomo o un animale come si pensava al villaggio fino a quel giorno che uccideva i suoi soldati lasciando scheletri puliti senza apparenti segni di colluttazione.
Azuma in quella notte di panico dove non accadde nulla decise di conferire con il generale Kentaro in persona e di metterlo in guardia. Lo stesso generale non pareva poi così allarmato.
Il generale dai capelli lunghi color platino e gli occhi verdi, dai lineamenti che più si sarebbero adattati ad un attore che ad un guerriero e dalle mani curate in modo maniacale.
Del tutto estraneo almeno nella figura al suo rozzo comandante ma simile nell'abbigliamento, con il simbolo della stella polare di GENTO a campeggiare sul retro della sua mantellina come sul suo pettorale e un anello sulla mano destra.
Ora imperturbabile segue con lo sguardo l'andirivieni incessante del suo vice
<<perché ti preoccupi tanto Azuma? Sono anni e anni che respingiamo i più svariati briganti da queste terre. In dieci anni solo una volta hai avuto bisogno del mio diretto intervento sul campo! Gli uomini-belva non esistono più...>><< No! No Generale Kentaro. Anch'io sono un praticante Kazan e Tank non era uno qualunque! Voi da solo non potete contrastarlo.>>Kentaro aggiunge con calcolata arroganza e sguardo saccente.
<< Ora ti stai sopravvalutando Azuma. Ammesso che questo Killer dei teschi sia superiore al migliore dei Maestri Kazan io resto pur sempre un Maestro della prodigiosa arte di Gento. La più nobile delle arti assassine. >>Azuma irritato da tanta sicurezza.
<< E se si trattasse di Hokuto?... Mio signore?>>Ora lo sguardo del giovane generale si fa più pensieroso mentre afferra un calice di vino dal tavolo di fianco al suo piccolo trono intento a sorseggiarlo.
<< Sarebbe un grosso guaio ma non lo credo. E neanche tu lo credi. Il legittimo successore non sa della mia esistenza e non ha motivo di cercarmi e poi era amico di Shoki...>><< Lo scopriremo presto! Ho mandato un messaggero nella notte ad avvisare il successore di Hokuto. Se non è lui, accorrerà in nostro soccorso!>>Kentaro va su tutte le furie e con un calcio butta via il tavolino per poi avventarsi su Azuma che sovrasta in altezza. Lo afferra per il bavero e incollerito lo solleva da terra.
<< Per salvarci da una volpe hai chiamato un LUPO? Ti ha dato di volta il cervello Azuma?>> e poi lasciando andare il proprio vice a terra e con tono riflessivo fissando il pavimento con la mano destra spalancata e il palmo rivolto in alto come ad innalzare un calice invisibile.
<< Diavolo! Mi sono impegnato a costruire questa OASI e far rispettare le genti del luogo. Se mi mostro come superstite di Gento dovrò servire l'imperatore celeste! Non è mai stato il nostro obbiettivo Azuma... Neanche ai tempi di Shoki!>>Ora a terra e con una nota di amarezza Azuma scuote la testa in segno di dissenso.
<< No! Io ho sempre agito al fine di salvarci la pelle. Questa comunità è la cosa più importante, ma questa volta saremo costretti a combattere con tutte le nostre forze! >>Edited by Raoul - 23/12/2013, 20:54