| Capitolo 4. Il Cigno Nero di Nanto.
Hagewashi, questo il nome del figlio di Kwang Lju, letteralmente “avvoltoio” come il soprannome che lo stesso Maestro dello Shinsen scelse per sé stesso, preferiva essere noto con lo pseudonimo di Cigno Nero. Scampato all'incendio del Dojo di Shangai grazie al sacrificio del padre si era dedicato tutta la vita, assieme al fratello Hiro e alla loro compagna d'armi Kendra a perfezionare lo Shinsen e dar sfogo al suo talento innato. Come il padre aveva ereditato il potere di manifestare l'aura e riuscire ad applicarla e combinarla con le tecniche Nanto, ma mentre Kwang preferiva gli attacchi potenti Hagewashi col tempo sviluppò preferenze di stile che andavano verso gli stili sottostanti quello sacro dell'uccello d'acqua. Le sue tecniche di base non erano molto differenti da quelle della sacra Scuola. Al vezzo del soprannome Cigno Nero aggiunse un abbigliamento speciale. Un vestito bianco, lungo fino alle caviglie che andava ad aprirsi in basso sul davanti come a formare due ali spioventi con la punta colorata di nero. Lo stesso vestito pesante come un cappotto e privo di spalliere, con le maniche lunghe veniva indossato con dei guanti marroni e degli stivali dello stesso colore che ricordavano le zampe dell'animale. Sulla mano sinistra spiccavano i cinque strani anelli a forma di becco che Hagewashi indossava praticamente sempre. In testa una sorta di cappuccio e in faccia una maschera con i soli buchi sottili per gli occhi. La maschera aveva dei tratti somatici stilizzati. Un volto inespressivo che aveva un ghigno freddo come il suo colore grigio metallo e col tempo e le intemperie presentava ormai qualche puntino di ruggine. Da quelle fessure i suoi occhi di ghiaccio avevano una visuale limitata e questo rendeva più facile concentrare il suo spirito combattivo sull'obbiettivo.
Così vestitosi sul suo camper ora percorreva la strada verso il quartier generale di Fujimaro a piedi dove lo avevano anticipato Kendra e suo fratello Hiro a bordo della potente moto. In un crocevia Gil il Falco di Nanto con la cresta sulla testa e un'armatura blu lo incrocia. Gil a capo di una trentina di uomini dello stesso Rihaku è diretto anche lui verso Fujimaro ma lo strano tizio attira la sua attenzione. Gil messo al corrente della situazione non vede l'ora di portare i rinforzi a destinazione. Finalmente dopo qualche anno di anonimato per lui è ritornato il momento di scendere sul campo di battaglia.
L'incedere sicuro e a tratti arrogante di quell'uomo piuttosto alto e così stranamente conciato non può che incuriosire il Falco di Nanto che sotto sotto percepisce l'aura combattiva dello stesso, forse è solo l'alone di morte che lo circonda a farglielo notare. Così impone ad Hagewashi di fermarsi.
“Fermo! Tu dove diavolo sei diretto?”
Hagewashi divertito dietro la maschera non può non notare l'ingenuità del piccolo plotone che procede con uno sbandieratore che porta bello alto e visibile il vessillo di Nanto.
“Dev'essere il mio giorno fortunato! Tu devi essere Gil il superstite de “I falchi di Nanto”.”
Gil sbigottito non ci mette molto a comprendere di trovarsi davanti ad uno dei nemici e rivolto col braccio alzato e il pugno chiuso verso il manipolo di soldati esclama.
“Uomini è uno di loro! Lo abbiamo preso prima che attaccasse la base... Addosso!”
I 30 soldati provano ad assalire Hagewashi compreso lo sbandieratore che brandisce minacciosamente l'asta di legno della sua bandiera alta qualche metro e piuttosto pesante. Il Cigno Nero senza scomporsi congiunge le mani come fosse un segno di preghiera e fa partire un colpo d'aura, una sorta di cerchio parallelo al terreno come tanti anelli concentrici appare alla vista di Gil.
“ONDA VIOLENTA di Nanto!”
I soldati in un istante abbagliati dalla luce blu propagatasi dal corpo del Cigno Nero e poi affettati per lo più in due metà perfette all'altezza della cintura vengono fatti tutti fuori in un batter d'occhio. Gil rimasto alcuni metri più indietro e quindi salvatosi dalla portata del colpo è esterrefatto e non fa in tempo a capire quel che è successo che vede davanti a sé quell'uomo stravagante.
“NOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!”
L'urlo di Gil non lo salva dalla scrociata delle mani di Hagewashi che aprendo verso l'esterno gli lacerano gli interni dei gomiti. Il Falco di Nanto perde sangue a zampilli da entrambe le braccia aperte e rivolte verso l'alto. I suoi tendini sono compromessi mentre il Cigno Nero poggia la sua mano sinistra, quelle arrecante gli anelli a becco sulla sua spalla destra. In questo momento affaticato e disperato Gil ha modo di vedere gli occhi che si celano dietro quella maschera. In un attimo comprende che quegli occhi sono forse meno espressivi e caldi della stessa maschera di latta che ha davanti.
“Vattene! Ucciderti non mi servirebbe. Il potere della tua Scuola è svanito quando tuo fratello ti ha lasciato. La stella dei Falchi di Nanto si è già spenta...”
Gil ora molto arrabbiato raccoglie le forze per rispondere a questo terribile avversario sia pur non riesca a sollevare le braccia.
“Uccidere me non ti serve come non ti serve uccidere nessun altro compagno di Nanto!”
Hagewashi sorride sotto la maschera.
“Tsk! Non sono tipo che dà spiegazioni. Gira i tacchi e avrai salva la vita. Mi hai già trattenuto abbastanza.”
Ora voltate le spalle a Gil e ripresa la strada verso il quartier generale di Fujimaro Hagewashi si volta leggermente per dare un ultimo avviso al guerriero.
“Dì pure al vecchio Rihaku che neanche il suo sangue mi serve. Avrete la vita salva entrambi purché non mi ostacoliate mai più. Nanto è morta a prescindere che voi combattiate o meno!”
Preso dalla rabbia Gil salta e con un enorme sforzo prova a colpire il Cigno Nero con una testata. In quel momento Hagewashi si gira del tutto e con il palmo della mano sta per colpirlo quando sente un dolore lancinante allo stomaco. Si porta le mani all'addome e guardando a terra vede che dai suoi stivali partono dei solchi. Sarà finito 10 metri oltre sotto l'effetto di un colpo potentissimo. La sua maschera cade a terra. Per via dell'urto i gancetti che la reggevano dietro le sue orecchie.
Rialzando gli occhi vede l'unico uomo capace di metterlo in fuga, vestito di jeans con delle spalliere nuove e brillanti. Alcuni capelli bianchi iniziano a comparire sulle sue tempie ma la forma è quella di un tempo. Un uomo del quale aveva osservato in segreto molte battaglie che adesso faceva da scudo a Gil. Suo doveva essere il pugno che lo aveva letteralmente spostato 10 metri più indietro.
Kenshiro avvisato da Bart era arrivato giusto in tempo per salvare Gil da morte certa e ora frapposto fra lui e Hagewashi con il braccio destro proteso gli faceva segno di tenersi indietro.
“Gil fatti da parte. Questo non è un avversario alla tua portata.”
Il gigantesco guerriero saluta Ken con un sorriso.
“Non sono mai stato così felice di vederti Grande Maestro.”
Hagewashi rialzatosi ora cammina verso Kenshiro con fare sicuro al limite dell'arroganza sia pur le sue parole tradiscano una sorta di umiltà.
“L'uomo dalle 7 stelle! Hanno scomodato perfino te per una guerra che non ti riguarda.” Poi con un segno di rassegnazione il Cigno Nero guarda a terra e alza i palmi delle mani verso il cielo tenendo i gomiti attaccati al corpo, in modo da fare spallucce e quasi scusandosi. “Anch'io non sono alla tua portata al momento! Dovremo rinviare il nostro scontro sempre che tu non insista. Non sei il mio nemico.”
Kenshiro in posizione di guardia ha tempo per stupirsi.
“Trovo strano tutto quello che stai facendo. E quando ci sono di mezzo i miei amici è affar mio. Non andrai da nessuna parte!”
“Ho già promesso che non ucciderò né Gil né tantomeno il vecchio Rihaku. Eliminerò gli ultimi Maestri delle 108 Scuole di Nanto, tu non hai ruolo in questo.” Ken sorride e disarma la posizione di guardia.
“Quando Nanto entra nel caos appare HOKUTO. Non lo sapevi?”
Sfrontato Hagewashi risponde con fare solenne.
“Belle parole. Eppure se molti Nanto oggi non respirano più lo devo a te! Proseguirò la tua opera in nome di mio padre. Ora fatti da parte, non hai da temere nulla per i tuoi amici. Hai la mia parola successore di Hokuto.”
“Sai molte cose ma te l'ho già detto: Non andrai da nessuna parte! Non posso permettere che Nanto si estingua.”
Hagewashi ora apre le braccia quasi in segno di resa ma la sua aura lo circonda. Azzurra brillante come quella di Kenshiro stesso. Uno spirito combattivo che non ha nulla di malvagio. La sua essenza sembra essere glaciale.
“In questo caso non ho scelta!”
Kenshiro porta indietro il suo pugno destro, carica il suo colpo nonostante Hagewashi si tenga ancora a distanza di sicurezza quando incrociando il suo sguardo viene abbagliato dai suoi occhi color ghiaccio. Sente intorpidirsi la parte superiore del corpo, le gambe non riescono a muoversi e il suo sistema nervoso sembra in tilt. La sua vista si appanna per un attimo e mentre la riacquista scorge che il suo avversario non è più davanti a lui. Si sente come se il suo stesso spirito combattivo gli si fosse ritorto contro per un attimo. Gil un po' più indietro ha portato le sue mani e le sue braccia incrociate davanti al volto per proteggersi gli occhi.
“Ha lanciato un fulmine con gli occhi Maestro Kenshiro! Si è dileguato nel nulla!” Ken arrabbiatissimo stringe i pugni dopo aver recuperato appieno le forze e i propri sensi, continua a non percepire il proprio avversario. Poi con calma ritrovata constata con un mezzo sorriso fissa i solchi lasciati in precedenza dai piedi di Hagewashi.
“E' la prima volta che vengo sorpreso dall'abilità di un avversario da tanto tempo. E' dotato di un'aura straordinaria per un Nanto. Non so come... ”
Hagewashi mimetizzatosi su un'altura cento metri più avanti vede comunque le sagome di Ken e Gil e ha tempo per rifletterci.
“Hai solo assaggiato il Bagliore d'aura dello Shinsen Kenshiro! Niente in confronto a quello che potrò fare quando avrò attinto al potere assoluto di Nanto. Prima di allora mi duole ammetterlo ma non ho speranze contro un avversario del genere!”
L'ultima frase pronunciata fa salire il rancore e la rabbia del Cigno Nero che stringe nervosamente la sua mano sinistra con gli anelli a becco sporchi del sangue di Gil. Nello stesso momento la spalla sinistra del Falco di Nanto sprizza cinque grossi fiotti di sangue e portandosi la mano sinistra sulla ferita si accascia a terra in ginocchio prima di svenire e accasciarsi al suolo.
“Aiuto Kenshiro! Mi aveva solo poggiato una mano sulla spalla... Argh... Argh!”
“Giiiiiiiil !!!” Ken voltatosi verso Gil grida il suo nome poi pensa.
<<<maledetto, deve averlo colpito prima del mio arrivo. Lo porterò da Rihaku, ha bisogno di cure immediate.>>>
Capitolo 5. Hagewashi vs Kaito.
Hagewashi giunge così in ritardo al quartier generale di Fujimaro dove fra gli altri cadaveri scorge quelli dello stesso Maestro delle fiamme e mentre il fratello Hiro gli si avvicina con in braccio Kendra ferita lui pensa
<< Lo hanno eliminato! Allora come mai non ho acquisito il potere assoluto. Dev'essere ancora vivo quel bastardo del Grande Carro del mare! Certo...>>
Ma viene ridestato dalle parole di Hiro che quasi disperato col tono alto della sua voce grida:
“Hagewashi! Hagewashi! Sei sordo? Su presto ho bisogno del tuo potere per curare Kendra! Li ha uccisi tutti praticamente da sola.”
“Non mi pare, anche tu sei ferito!”
“Sciocchezze, lei invece ha quasi perso i sensi. Su aiutala con la TECNICA DEL RISVEGLIO!”
“Andiamo, la faremo curare in qualche villaggio. Non posso usare quella tecnica adesso.”
“Ma Hage!!! Dobbiamo fare in fretta con quella tecnica non rischieremo di...” Il Cigno Nero perde la pazienza e innervositosi afferra il fratello per il bavero che da sempre reputa fin troppo tenero e sentimentale con Kendra che a lui non appare neanche così bella e di certo sacrificabile.
“Kaito del Grande Carro del mare è ancora vivo! Se uso quella tecnica perdo momentaneamente la metà della mia forza. Presto andiamo e fai come ti dico. Non osare più discutere con me!”
Hiro rattristato dalle parole del fratello maggiore scorge in lui un qualcosa di negativo che non aveva mai notato prima di allora. Neanche pensa di chiedergli come mai non porti la maschera del Cigno Nero ma qualcosa deve averlo spaventato oltremodo. Con fare paziente chiede.
“Come vuoi tu. Porterò io in spalla Kendra. La moto è inutilizzabile ma il villaggio di Camua non dista poi tanto. Dimmi almeno, il motivo del tuo ritardo è lo stesso delle tue preoccupazioni?”
“Abbiamo l'uomo delle 7 stelle alle calcagna! E credimi, è meglio evitare di combatterci...”
“Ma che diavolo vuole da noi?”
“Quel bastardo di Rihaku ce l'ha messo contro.”
“A pensarci bene anche Fujimaro era troppo informato...” Hagewashi sorride amaramente facendo espandere per effetto dell'elasticità della pelle la propria cicatrice verticale che ne attraversa il mento e le labbra.
“E' stato di certo Kaito! Dev'essere stato lui ad informare Rihaku e Fujimaro. Un motivo in più per eliminarlo! Andiamo su... Presto!”
I Nanto Shinsen riescono così a raggiungere Camua e sotto mentite spoglie a far curare da un medico locale la povera Kendra, arrivata al limite delle ferite al villaggio. Tuttavia a Camua lo stesso Kaito del Grande Carro del Mare di Nanto aveva messo alcuni dei suoi uomini a cercare informazioni, in accordo con Fujimaro aveva piazzato altre spie del plotone delle fiamme che adirati più che mai per la dipartita del loro generale avvertono l'ultimo Maestro delle 108 Scuole di Nanto. Kaito si precipita sul posto al comando di una cinquantina di uomini armati di lance e frecce e nella grande piazza del villaggio affronta Hagewashi.
L'uomo dai capelli castani mossi e vestito di nero con un mantello e dei drappi verde smeraldo prende posizione di guardia.
“Vedo che né Rihaku né Fujimaro sono riusciti a fermarti Cigno Nero! Ha! Ha! Ha! Ironia della sorte sarà il primo Maestro che tentasti di uccidere a darti la morte!”
Hagewashi sicuro.
“Sei vivo solo perché ai tempi non sapevo ancora utilizzare le mie tecniche a dovere. Dì ai tuoi uomini di non mettersi in mezzo! O anche questa volta manderai avanti loro codardo?”
“Staranno fermi finché tuo fratello se ne starà buono. Se anche dovessi finire all'inferno ti porterò con me!” Kaito alza le sue mani per un attacco formidabile.
“Mille mani di Nanto!”
Una raffica di colpi che Hagewashi è costretto a parare di fronte agli sguardi indiscreti degli abitanti di Camua, chi più chi meno nascosto nelle proprie abitazioni di nuova costruzione quasi mai sopra i due piani di altezza. Il Cigno Nero riesce a stento a bloccare gli ultimi fendenti della tecnica di Kaito quando con la mano sinistra afferra il polso destro dell'avversario. Affondando gli anelli ad artiglio nelle carni di Kaito gli procura un'emorragia.
Kaito in una smorfia di dolore sferra un calcio poderoso dal basso verso l'alto. La punta colpisce lo sterno di Hagewashi che è costretto a mollare la presa. Un tipo di colpo che il Cigno Nero dimostra di non riuscire a schivare facilmente e pensa. <<quasi veloce e potente come il colpo del vecchio Shu!>> poi a voce altra.
“Argh! Sei notevolmente più veloce rispetto al nostro ultimo scontro... Lo riconosco ma non ti basterà...”
Kaito ripresa la guardia e grondante sangue dal polso con respiro affannato replica.
“Userò la mia tecnica più potente allora. Le 7 onde dei Mari!”
Kaito afferra i suoi drappi verdi legati alle cinture e inizia ad agitarli in aria con movimenti ondulatori verticali. Sembrano delle frustate sinuose, due gruppi di 3 fasci di seta che tiene nelle mani. Uno per mano. Convogliando lo spirito combattivo in esse le trasforma in armi taglienti. Hagewashi in guardia cerca di studiare il colpo dell'avversario.
“Ha! Ha! Ha! Sei disorientato dalle mie fruste maledetto cinese! Un solo passo e le mie fruste ti faranno a pezzi!”
<< 7 onde, io vedo solo 6 drappi. Ho capito! Il vero colpo è il prossimo. Non posso muovermi lateralmente...>>
Allo stesso tempo in un impeto d'ira Kaito sfodera il suo asso nella manica.
“Settima ONDA dei Mari di Nanto!”
Il maestro del grande carro del mare salta sullo stesso punto a piedi uniti nel tentativo di compiere un salto mortale all'indietro. Dai suoi piedi parte un terribile fendente perpendicolare al terreno che ne produce anche un solco ma quando il suo corpo è a metà dell'opera, quando più precisamente il suo petto è rivolto verso il cielo scorge con sorpresa il suo avversario in volo cadergli quasi addosso. Lo ha anticipato con un balzo particolarmente agile poco prima che sferrasse la settima onda. Le mani impegnate a tenere i drappi per un attimo lo tradiscono e non lo proteggono dai due fendenti a mani incrociate di Hagewashi.
“Mani taglienti: Nanto tecnica base!”
In picchiata come un falco taglia il suo avversario all'altezza del petto. Un taglio abbondante arresta il salto mortale di Kaito che perso l'equilibrio frana a terra sulla schiena mentre Hagewashi ha il tempo di atterra sui piedi ed inginocchiarsi per attutire il colpo poco più avanti. Kaito è schiena a terra e non riesce a rialzarsi.
“Argh... Avevi intuito il mio colpo... Non... Non è possibile!”
Rialzatosi e ora in piedi verso il proprio avversario Hagewashi fa il gesto di chinarsi verso di lui e gli punta la mano destra che brilla d'aura sul collo. Il tutto mentre alcuni uomini di Kaito scappano spaventati.
“Ha ucciso il capo... Scappiamoooooo! Nanto è morta!”
“Li senti Kaito? Nanto è morta! Questa è l'era che mio padre voleva, l'era in cui la nostra dinastia si sarebbe ripresa il potere. L'era dello Shinsen la più potente delle arti assassine!”
Pronunciate queste parole nelle maledizioni più intime di Kaito, il Cigno Nero mozza la testa dell'avversario con la mano senza pietà. Lo stesso fratello Hiro è terrorizzato dalla determinazione del fratello. I suoi occhi da una luce inespressiva e neutrale splendono ora di una luce che ha qualcosa di malvagio. Hiro senza chiederlo a voce alta per quanto spinto dal sentimento di vendetta del padre si chiede se Hagewashi non abbia finito per diventare peggio di Souther e di Shu che secondo lui diedero fuoco al dojo dove loro si allenavano da piccoli, e dove il padre perse la vita per salvarli.
Capitolo 6. Nanto è morta?
Al palazzo di Rihaku arriva Kenshiro con in braccio Gil e chiede che venga curato al più presto finché raggiunge lo stesso Rihaku che scopre essere in compagnia di Bart e uno straniero leggermente ammaccato, sembra essere uscito da un incendio e porta un'armatura rossa lievemente danneggiata. Rihaku interroga quindi Kenshiro.
“Lo avete visto Maestro Kenshiro? Lo avete sconfitto?”
“Sì l'ho incontrato ma non sono riuscito a combatterci... Mi è sfuggito in qualche modo. Possiede un'aura insolita per un Nanto.”
“Perché semplicemente non è un Nanto normale... Discende dalla famiglia principale...”
irrompe sul discorso Hiroshi compagno d'armi di Fujimaro delle fiamme scampato alla morte miracolosamente. Ken lo scruta e squadra per un dieci secondi poi risponde.
“Sì Rihaku mi aveva già aggiornato in merito ma non è quello che mi preoccupa.” Poi pensieroso verso la finestra bifora del palazzo scruta il firmamento del cielo stellato. “L'ultima stella di Nanto si è spenta. Credo che anche l'ultimo Maestro ufficiale della Scuola sia morto...”
Rihaku si abbandona in gesto di disperazione colpendo il muro col pugno a martello e fissando il pavimento con delle leggere lacrime agli occhi.
“Ho avvertito lo stesso presagio. Kaito dev'essere morto! E' la fine!”
Ken fissa Rihaku e tutti i presenti.
“No. Al momento sono il depositario delle tecniche più potenti di Nanto e come avrebbe voluto mio padre prima o poi vi aiuterò a ripristinarle. Se non lo facessi Hokuto sarebbe perennemente coinvolta nel caos!”
Ken prende la strada per la porta e Rihaku continua a chiedergli.
“Volete nominare e addestrare dei nuovi Roku Seiken Maestro Kenshiro?”
Ken con un sorriso amaro a denti stretti. “Nominare dei Maestri giovani come questo ragazzo che vedo qui? No! Il Cigno Nero li ucciderebbe prima ancora che si riesca a reclutarli... Dovrò agire personalmente!”
Rihaku ora ancora più preoccupato.
“Aspettate! Non vi ho ancora detto tutto.”
Affrettatosi dalla libreria alle sue spalle tira fuori un libro impolverato arrecante il simbolo di Nanto in rilievo d'oro.
“Questo libro apparteneva al sovrano di Nanto! Qui dice che il discendente della dinastia principale di Nanto che riunirà tutte le 108 Scuole attingerà ad un potere immenso...” dopo una pausa con fare catastrofico “Se tutti i Maestri di Nanto sono morti, il sangue che scorre nelle vene del Cigno Nero gli conferirà un potere immenso! Non credo sia saggio affrontarlo Maestro Kenshiro!”
Ken si volta di scatto e osserva bruscamente Rihaku nel tentativo di rassicurarlo.
“La Divina Scuola di Hokuto non conosce rivali!”
“Non è così semplice questa volta KEN! Non sei coinvolto sentimentalmente. Il figlio di Lju agisce per vendetta! Il potere al quale attingerà lo potrà rendere pari o superiore ai successori di Gento e di Hokuto! ”
Hiroshi rincara la dose. “Lo Shinsen di cui parlano potrebbe essere come uno Shinken agli inizi. Hanno forse creato la tecnica di Nanto definitiva...”
Bart interviene a difesa di Ken.
“ Se Ken dice che lo sconfiggerà non capisco i dubbi. Il successore di Hokuto non può certo essere ucciso da un Nanto!”
“Pecchi di presunzione caro Bart. E' già successo 1.600 anni fa. Fei Lju Wong della dinastia principale di Nanto, buttò la sacra scuola nel caos e uccise il successore della luce dorata di Gento e l'anziano Maestro di Hokuto prima che nominasse un successore.”
Ken al nome di Fei Lju Wong fa una faccia perplessa. “Non è possibile. Quello è il nome del 7° successore dell'Hokuto Shinken!”
Rihaku fa un segno di rassegnato assenso con la testa. “Per un breve periodo lo fu. Quel periodo è noto come LO SCISMA DELLE ARTI SACRE. Ti racconterò la storia e capirai che il suo sangue ha lo stesso potenziale del tuo Maestro Kenshiro!”
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