Rispondo all' amico conradine su un tema che piace ad entrambi
.... allora, da quello che ho potuto leggere in diversi libri, non sto ad elencarli ma tra essi c'è il de bello gallico di cesare, la vita di alessandro magno, etc...
Le città in genere venivano prese quando si verificava il momento opportuno, cioè, quando i difensori erano distratti oppure si riusciva ad infiltrare qualcuno che aprisse le porte al nemico. Altre volte si scendeva a patti e piuttosto che una carneficina ci si metteva d'accordo, la città pagava una cifra trattata a tavolino e si evitava cosi il massacro reciproco. Un altro metodo era prenderle per fame e sete, quando una città o fortezza che sia esauriva i rifornimenti in genere mandava un messaggero per chiedere la clemenza. Le occasioni in cui si dava un vero assalto alla città, con scale, torri, catapulte, terrapieni, arieti etc non erano molto frequenti, per il principio che costruire e trasportare macchine d'assalto richiedeva tempo e materiale, e i soldati non gradivano l' idea di perdere la vita nel tentativo di espugnare una fortezza saldamente difesa da mura e truppe.
La rivoluzione in materia ci fu con le prime bocche da fuoco e cannoni, con quelli si potevano sia abbattere le mura, sia bombardare le truppe nemiche causando perdite e panico. Poi ripeto, non so moltissimo però dal mio punto di vista doveva essere più comune un accordo tra assediati e assedianti piuttosto che un tentativo di fare breccia nelle difese e rischiare molte perdite da entrambe le parti.