Ken il Guerriero - Hokuto No Ken.it

Conversazioni assortite su anima, coscienza, libero arbitrio, acqua che bolle, folletti ecc.

« Older   Newer »
  Share  
Conradine
view post Posted on 5/9/2015, 14:06 by: Conradine     +1   -1




CITAZIONE
Curiosi personaggi che fino a ieri proclamavano l’infallibilità scientifica come dogma universale, mentre oggi -dopo due secoli di ubriacatura illuminista- reintroducono la parola “mistero” al culmine delle grandi questioni umane. Certo ancora ci sono in giro soggetti superstiziosi, devoti alla “dea scienza”, come Paolo Flores D’Arcais, come Danilo Mainardi che parla apertamente di «culto della ragione» alla stregua dei rivoluzionari francesi, come Piergiorgio Odifreddi che parla della scienza in chiave mistica (da “Il Vangelo secondo la Scienza”): «concentrazione, meditazione, illuminazione. Essa può adeguatamente fornire le basi per una religione completamente decostruita, punto di arrivo finale del percorso di dissoluzione del teismo nell’ateismo». Anche nel mondo anglosassone c’è ancora qualche esemplare di positivismo, la maggioranza di essi diligentemente al seguito del gran sacerdote Richard Dawkins. Ad esempio il chimico Peter Atkins, secondo cui «in futuro, la scienza sarà in grado di stabilire che cosa si intende per coscienza, in altre parole tutto quel genere di cose che classifichiamo come ‘spiritualità umana’. Credo anche che la scienza, quasi inevitabilmente, riuscirà a costruire macchine in grado di simulare la coscienza in modo così completo da non consentirci di distinguere la loro coscienza dalla sua o dalla mia» (da “La scienza e i miracoli”, Tea 2006). Non è una citazione del 1800, ma di pochi anni fa.

Mettendo da parte questo genere di odifreddure, interessante andare a leggere la recente opinione, ad esempio, di Robert Lanza, responsabile scientifico presso l’Advanced Cell Technology e docente presso la Wake Forest University School of Medicine, il quale scrive: «nonostante i superconduttori che contengono una quantità sufficiente di filo di niobium-titanium per fare il giro della terra sedici volte, non abbiamo una maggiore comprensione del perché esistiamo rispetto ai primi pensatori della civiltà Quanto più scrutiamo lo spazio, tanto più ci rendiamo conto che il segreto della vita e dell’esistenza non può essere trovato controllando le galassie a spirale o visionando lontane supernovae . Si trova più in profondità. Si tratta di noi stessi . Siamo molto di più di quanto ci è stato insegnato nelle ore di biologia a scuola. Non siamo solo una collezione di atomi c’è di più per noi che la somma delle nostre funzioni biochimiche. La scienza non è riuscita a riconoscere le proprietà della vita che lo rendono fondamentale per la nostra esistenza». Ed infine: «La risposta alla vita e all’universo non può essere trovata guardando attraverso un telescopio o esaminando i fringuelli delle Galapagos. Si trova molto più in profondità. E’ per questo che esiste la nostra coscienza».

Colin McGinn, docente presso l’Università di Miami, ha affrontato la tematica: «Più guardiamo il cervello, tanto meno sembra un dispositivo per la creazione della coscienza. Forse i filosofi non saranno mai in grado di risolvere il mistero». Ecco dunque, come si diceva, che la parola “mistero” torna a fare capolino. Parlando della filosofia della mente, ha delineato le 5 posizioni correnti sulla coscienza: eliminativista, cioè non esiste la coscienza, è solo una nostra illusione, essa si riduce solo a stati cerebrali, posizione sostenuta da Atkins (e da molti ateologi), come abbiamo visto, ma definita da McGinn «assurda, una forma di pazzia». C’è poi la concezione dualista: la realtà si divide in due sfere giganti: il cervello fisico da un lato, e la mente cosciente dall’altro, ma risulta essere una posizione contraddittoria e inefficace a spiegare i molti dubbi che emergono. La posizione idealista, anch’essa assurda, afferma che non esiste nulla se non la mente, la materia è pura illusione tutto è un’allucinazione del cervello. La concezione panpsichista tenta invece di risolvere il “mistero” della coscienza affermando che essa è diffusa in tutto il mondo pre-materiale, era già presente nel Big Bang ma -spiega il filosofo- non offre alcuna prova a suo sostegno. Infine, rimane la posizione detta “mysterian”, a cui McGinn appartiene, ovvero la concezione per cui la risposta è al di là dell’apparato concettuale delle risorse umane. Più le neuroscienze studiano il cervello, afferma, e più si capisce che esso non può aver prodotto la coscienza. «Ultimamente», conclude, «mi sono accorto che il mistero è abbastanza diffuso, anche nella più difficile delle scienze».

Concludendo, se -come afferma il dott. Lanza-, la coscienza non è un prodotto dell’evoluzione, se -come afferma il filosofo McGinn- la coscienza non è un prodotto del cervello e non è un’illusione, allora da dove essa arriva? Se non si vuole entrare in campo teologico, l’unica risposta valida è introdurre la parola “mistero”. Lo ha spiegato in modo poetico il premio Nobel per la fisica, Richard Feynman: «La stessa emozione, la stessa meraviglia e lo stesso mistero, nascono continuamente ogni volta che guardiamo a un problema in modo sufficientemente profondo. A una maggiore conoscenza si accompagna un più insondabile e meraviglioso mistero, che spinge a penetrare ancora di più in profondità» (“The Value of Science”, Basic Book 1958)

Questa insalata di parole al retrogusto di incenso si può riassumere in una semplicissima frase:

"Non lo so, quindi Dio".

Più si va a fondo con le conoscenze, più i folletti diventano elusivi. Prima si nascondevano, poi sono diventati invisibili, poi intangibili, poi non rilevabili da sonar e radar e infine hanno cominciato ad agire per vie misteriose.



PS E' veramente straordinario il salto logico necessario per sostenere, in pratica, che:

1- ci sono molte cose riguardanti la cosmologia e l'origine dell'universo che non sono assolutamente chiare
QUINDI
2- il cervello non è adibito a produrre l'attività coscienza, contro ogni evidenza del contrario
QUINDI
3- esiste l'anima


Cioè, una pregevole altalena di non sequitur e god of the gaps.


CITAZIONE
«Più guardiamo il cervello, tanto meno sembra un dispositivo per la creazione della coscienza. Forse i filosofi non saranno mai in grado di risolvere il mistero»

E' curioso. Nessuno si farebbe operare al cuore da un filosofo esperto in scolastica e filosofia aristotelica ma si delega loro il discutere del funzionamento del cervello.
Sono d'accordo comunque: comprendere come il cervello produca la coscienza non è materia di speculazione metafisica / mistica / magica / fuffica, ma di seria ricerca scientifica.





CITAZIONE
Concludendo, se -come afferma il dott. Lanza-, la coscienza non è un prodotto dell’evoluzione, se -come afferma il filosofo McGinn- la coscienza non è un prodotto del cervello

Concludendo, se la vista non è un prodotto dell'attività congiunta della retina, del cristallino e del nervo ottico; se è chiaro che si può vedere anche dopo che l'occhio è stato estirpato...

partendo da premesse assurde si può giungere a qualsiasi fantasiosa conclusione.


CITAZIONE
Come dicevo, Conradine, le prove che la coscienza sia legata al cervello sono assenti. Fattene una ragione.

Ah, siamo arrivati a questo? Neanche "la coscienza non è originata unicamente dal cervello", siamo addirittura al "la coscienza non è legata al cervello"?
Ok. Ammetto che non ci sono prove che colleghino la coscienza al cervello, così come non ci sono prove che colleghino la minzione all'uretra. In effetti è chiaro.
 
Top
40 replies since 5/9/2015, 13:10   463 views
  Share