| Secondo alcune correnti dell’esoterismo occidentale, gli Asura (Shura secondo altre traduzioni), sarebbero i rappresentanti della terza forza del Male di cui si è a conoscenza. Dopo Arimane (anche detto Satana) e Lucifero, ci sarebbe una terza tipologia di Male rappresentata da spiriti detti “asurici”. Secondo tali esoteristi, questa forza malvagia sarebbe l’ultima a intervenire nel destino umano. Sarebbe, insomma, la forza introdottasi in questa nostra epoca. Secondo alcuni esoteristi, si distinguerebbe dalle precedenti per avere il pieno controllo delle proprie facoltà. Quindi sarebbe molto pericolosa. In alcune opere manga, negli ultimi dieci, quindici anni sono apparsi vari riferimenti agli Shura. Shura è addirittura il nome di uno dei dodici cavalieri d’oro di Athena, quello del Capricorno. In oriente, gli Asura appartengono alla mitologia indiana. Sono esseri inizialmente non malevoli ma divini. In Hokuto no Ken, gli autori da noi amati, delineano l’esistenza di tali demoni dopo il capitolo dedicato alla scuola Imperiale di Cento. È interessante notare come tali episodi siano stati realizzati a metà degli anni Ottanta. Prima, quindi, del revival apparso in altre opere. Gli shura che abitano l’Isola dei demoni sono una razza conquistatrice che ha sottomesso il popolo della “terra oltre il mare”. Una razza guerriera. Adddestrata all’uso della forza, attraverso le arti marziali. Tutti – tutti i maschi – le praticano. C’ è una grande differenza con le bande di teppisti – crestoni – al di qua del mare. Sull’isola dei demoni – shura = demoni – tutti si allenano per abbattere i propri compagni di addestramento. C’è una disciplina rigorosa, che produce vittime a non finire. I sopravvissuti sono degni dell’appellativo di Shura. È, a mio avviso, davvero interessante che Buronson introduca queste figure. Soprattutto che tocchino l’apice della violenza. Sono freddi, spietati, governati addirittura da tre divinità della guerra. Proprio in questa saga appariranno, dopo Han, poteri e rituali satanici. Troppo per essere un caso. Buronson, e Hara, hanno pescato a piene mani dall’esoterismo. Laddove i maestri della prima serie si spingevano ad affettare o far esplodere corpi, adesso si cammina sulle acque, o, addirittura – è il caso di Yak Sha nero – si vola. Appaiono incantesimi – Jukei docet – e possibilità appartenenti più alle arti magiche che alle arti marziali canoniche (seppure in salsa manga). Kaio, addirittura, è l’incarnazione del Demonio. Come dobbiamo interpretare questo sconfinamento dell’opera nell’occultismo io non oso, per ora, avanzare opinioni. Però gli elementi sono tanti, troppi, perché si possa parlare di coincidenze. A voi l’onere della prova.
Un caro saluto, John Little
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