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| Yasaka di per sé come concept è uno dei personaggi più originali dell'intera saga. Innanzitutto la su etnia, egli appartiene al popolo "dimenticato" degli Yuezhi o Tocari, la tribù di origine indoeuropea che si spinse più a oriente e che fu vittima di una dura repressione da parte di popolazioni cinesi (rappresentato nella fiction dal massacro operato da Shuken), quindi un maestro di arti marziali "occidentale" che non è affatto cosa comune nel mondo dei manga. Al di là dell'aspetto storico, parlando della trama, è comunque un personaggio interessantissimo perché è l'unico che riesce a far passare dalla parte del torto l'Hokuto Shinken, che era sempre stata presentata come la scuola dei paladini del bene (a parte casi particolari come Raoh), invece grazie a Yasaka si scopre che non solo i fondatori di Hokuto non erano esattamente dei santi, ma anche che il segreto della loro tecnica è stato rubato con l'inganno ad un popolo che con la tradizione sino-giapponese non c'entra nulla. Immaginando di leggere il manga con gli occhi di un giapponese, si dice praticamente che la scuola di arti marziali più famosa del mondo dei fumetti è stata rubata agli occidentali, uno shock culturale non indifferente se pensiamo alla gelosia che gli asiatici hanno per la loro tradizione marziale! Il difetto di Yasaka è che, come hanno già detto in molti, nonostante la premessa così intrigante il personaggio è praticamente stato distrutto dagli autori stessi più che dai nemici che affronta nella storia. Avrebbe potuto essere un nemico finale fortissimo in grado di far passare per una volta Kenshiro dalla parte del villain in un ipotetico duello epico (la vendetta del Seito contro l'Hokuto è giusta secondo la morale di HnK), ma invece è semplicemente sparito nel nulla. Peccato.
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